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A Pasqua 2014, riapre la "OTTORINO MARANGONI"

a  Mori

 

Un luogo simbolo ideato da un gruppo di amici Sat, quasi quarant'anni fa


La ferrata "Ottorino Marangoni» per i moriani è qualcosa di più di cinquecento metri di corda in ferro, di centinaia di chiodi, morsettie, staffe; è un'opera collettiva e un simbolo al quale la comunità è fortemente legata. Lo dimostra la trepidazione con la quale tutti, appassionati di montagna, commercianti e normali cittadini, attendono la riapertura. Dopo tre anni di divieti per i lavori di messa in sicurezza, entro Pasqua finalmente la via tornerà percorribile. Una notizia accolta con gioia sopratutto da coloro che la ferrata l'hanno costruita, ormai 38 anni fa. Quello che è ormai un gruppo di amici formato da satini ed ex iscritti al gruppo di Mori, ieri 

 

si è ritrovato per un pranzo amarcord, durante il quale hanno guardato vecchi filmati di escursioni e, ovviamente, hanno parlato della via di Montalbano. 

 

  

 

La realizzazione della ferrata è iniziata nel settembre del 1976 e si è conclusa sei mesi dopo con l'inaugurazione in pompa magna durante la sagra di S. Giuseppe, il 19 marzo del 1977. Un taglio del nastro che di fatto, da lì a qualche anno, avrebbe reso Mori molto popolare tra gli amanti dell'arrampicata e dell' escursionismo, fino ai picchi di sei mila, avventurieri degli anni precedenti la chiusura, quando il tam tam di internet aveva portato in borgata, zaino in spalla, scalatori di 37 Paesi. L'idea di allestire un percorso attrezzato sulla parte sopra il santuario di Montalbano è stata di un manipolo di satini con buone doti di scalatori: Mario Tranquillini, Renzo Gatti, Gregorio Cescatti e Giorgio Bettini. Il gruppo di amici ha predisposto il tracciato che poi altre decine di volontari hanno arricchito con i supporti necessari per renderla percorribile a tutti. Per finanziare la realizzazione dell'opera la Sat ha spedito i suoi volontari a Milano, a Natale, per vendere il vischio in piazza Duomo. Il risultato ha superato le aspettative: 550 metri dal piazzale del santuario fino a località Celle, con alcuni tratti a strampiombo che danno le vertigini, ma che permettono una visuale mozzafiato sulla Vallagarina.

 

 

Due anni dopo l'inaugurazione, aggrappato alla parete sud-est del Biaena, c'era niente di meno che Reinhold Messner, che poi ha utilizzato un'immagine della via di Mori per uno dei suoi libri sulle ferrate, descrivendola come una delle più difficili dell'arco alpino. Dopo di lui altri nomi di spicco dell'alpinismo si sono allacciati alla corda di Montalbano, come Sergio Martini, Fausto De Stefani e il polacco Jerzy Kukuczka. Di fatto, il percorso che nel 1999 è stato intitolato al presidente Sat, Ottorino Marangoni, è unico perché coniuga la facile accessibilità e la percorribilità per tutto l'anno con delle sporgenze difficilmente conciliabili con la bassa quota. "Lassù si prova l'ebbrezza delle grandi pareti e sensazioni di vuoto impagabili», spiegano i veterani Sat, Silvio Cimonetti, Giovanni Ferrari e Graziano Bertola. "Certo costruirla non è stato facile, abbiamo corso qualche rischio perché quarant'anni fa non si usavano molte precauzioni, ma mentre fissavamo i chiodi tra noi si sono creati legami indissolubili». Il 31 gennaio de1 2011, con un'ordinanza, l'accesso alla ferrata è stato bandito, perché il tracciato era diventato pericoloso. Comune e Provincia hanno pagato 300mila euro per mettere in sicurezza la ferrata: la cresta superiore è stata ripulita e il percorso è stato rifatto, spostando l'uscita verso destra. La prossima settimana, entro Pasqua, la "Ottorino Marangoni» sarà riaperta, per la gioia di turisti, negozianti e soprattutto di coloro che negli anni '70 parteciparono alla realizzazione di un simbolo.
 

 

Profilo altimetrico - medium elevationprofile - Road surface - Lunghezza 3,8 km -Attrezzatura - Set da ferrata, casco, imbrago, scarponcini, guanti. - Consigli per la sicurezza - Non salire nelle ore più calde delle giornate estive.


Come arrivare
Portarsi a Mori in Vallagarina, con la SS240. Sia sul lato est che ovest del paese sono presenti i cartelli che indicano, ancora dalla strada statale il percorso di accesso alla ferrata. Entrare in paese e parcheggiare dove possibile, spesso diventa più difficile parcheggiare del fare la ferrata. Per chi volesse parcheggiare a colpo sicuro si consiglia di lasciare l'auto nel parcheggio dello Stadio-Velodromo di Mori (lato est del paese) e facilmente individuabile provenendo da Isera - Rovereto. Buona ascesa.
 

 

 

  

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Antonio@Enio