a
Mori
Un luogo
simbolo ideato da un gruppo di amici Sat, quasi quarant'anni
fa
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La ferrata "Ottorino Marangoni» per i
moriani è qualcosa di più di cinquecento
metri di corda in ferro, di centinaia di
chiodi, morsettie, staffe; è un'opera
collettiva e un simbolo al quale la comunità
è fortemente legata. Lo dimostra la
trepidazione con la quale tutti,
appassionati di montagna, commercianti e
normali cittadini, attendono la riapertura.
Dopo tre anni di divieti per i lavori di
messa in sicurezza, entro Pasqua finalmente
la via tornerà percorribile. Una notizia
accolta con gioia sopratutto da coloro che
la ferrata l'hanno costruita, ormai 38 anni
fa. Quello che è ormai un gruppo di amici
formato da satini ed ex iscritti al gruppo
di Mori, ieri
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si è ritrovato per un pranzo amarcord, durante il quale
hanno guardato vecchi filmati di escursioni e, ovviamente,
hanno parlato della via di Montalbano.
La realizzazione
della ferrata è iniziata nel settembre del 1976 e si è
conclusa sei mesi dopo con l'inaugurazione in pompa magna
durante la sagra di S. Giuseppe, il 19 marzo del 1977. Un
taglio del nastro che di fatto, da lì a qualche anno,
avrebbe reso Mori molto popolare tra gli amanti
dell'arrampicata e dell' escursionismo, fino ai picchi di
sei mila, avventurieri degli anni precedenti la chiusura,
quando il tam tam di internet aveva portato in borgata,
zaino in spalla, scalatori di 37 Paesi. L'idea di allestire
un percorso attrezzato sulla parte sopra il santuario di
Montalbano è stata di un manipolo di satini con buone doti
di scalatori: Mario Tranquillini, Renzo Gatti, Gregorio
Cescatti e Giorgio Bettini. Il gruppo di amici ha
predisposto il tracciato che poi altre decine di volontari
hanno arricchito con i supporti necessari per renderla
percorribile a tutti. Per finanziare la realizzazione
dell'opera la Sat ha spedito i suoi volontari a Milano, a
Natale, per vendere il vischio in piazza Duomo. Il risultato
ha superato le aspettative: 550 metri dal piazzale del
santuario fino a località Celle, con alcuni tratti a
strampiombo che danno le vertigini, ma che permettono una
visuale mozzafiato sulla Vallagarina.
Due anni dopo l'inaugurazione, aggrappato alla parete
sud-est del Biaena, c'era niente di meno che Reinhold
Messner, che poi ha utilizzato un'immagine della via di Mori
per uno dei suoi libri sulle ferrate, descrivendola come una
delle più difficili dell'arco alpino. Dopo di lui altri nomi
di spicco dell'alpinismo si sono allacciati alla corda di
Montalbano, come Sergio Martini, Fausto De Stefani e il
polacco Jerzy Kukuczka. Di fatto, il percorso che nel 1999 è
stato intitolato al presidente Sat, Ottorino Marangoni, è
unico perché coniuga la facile accessibilità e la
percorribilità per tutto l'anno con delle sporgenze
difficilmente conciliabili con la bassa quota. "Lassù
si prova l'ebbrezza delle grandi pareti e sensazioni di
vuoto impagabili»,
spiegano i veterani Sat, Silvio Cimonetti, Giovanni Ferrari
e Graziano Bertola. "Certo costruirla non è stato facile,
abbiamo corso qualche rischio perché quarant'anni fa non si
usavano molte precauzioni, ma mentre fissavamo i chiodi tra
noi si sono creati legami indissolubili». Il 31 gennaio de1
2011, con un'ordinanza, l'accesso alla ferrata è stato
bandito, perché il tracciato era diventato pericoloso.
Comune e Provincia hanno pagato 300mila euro per mettere in
sicurezza la ferrata: la cresta superiore è stata ripulita e
il percorso è stato rifatto, spostando l'uscita verso
destra. La prossima settimana, entro Pasqua, la "Ottorino
Marangoni» sarà riaperta, per la gioia di turisti,
negozianti e soprattutto di coloro che negli anni '70
parteciparono alla realizzazione di un simbolo.
Profilo altimetrico - medium elevationprofile - Road surface
- Lunghezza 3,8 km -Attrezzatura - Set da ferrata, casco,
imbrago, scarponcini, guanti. - Consigli per la sicurezza -
Non salire nelle ore più calde delle giornate estive.
Come arrivare
Portarsi a Mori in Vallagarina, con la SS240. Sia sul lato
est che ovest del paese sono presenti i cartelli che
indicano, ancora dalla strada statale il percorso di accesso
alla ferrata. Entrare in paese e parcheggiare dove
possibile, spesso diventa più difficile parcheggiare del
fare la ferrata. Per chi volesse parcheggiare a colpo sicuro
si consiglia di lasciare l'auto nel parcheggio dello
Stadio-Velodromo di Mori (lato est del paese) e facilmente
individuabile provenendo da Isera - Rovereto. Buona ascesa.
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