a
New York
Con
Depero apre un centro dedicato all'arte moderna italiana
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«Quando
vivrò di quello che ho pensato ieri,
comincerò ad avere paura di chi mi copia».
Questa celebre frase fu pronunciata
dall’artista futurista Fortunato Depero
durante il periodo del suo soggiorno
newyorkese, dal 1928 al 1930. Metropoli
futurista per eccellenza, la città fece
accrescere la creatività dell’artista, che
vi aprì una succursale della Casa Futurista
di Rovereto nella zona di Chelsea, dove
creava dipinti, cuscini, arazzi, poster, set
teatrali e costumi. Il sogno di un suo
successo fu, purtroppo, disatteso per la
grave congiuntura economica con il crollo
della borsa di Wall Street e l’inizio della
Grande Recessione. Tuttavia egli collaborò
con diversi spettacoli e realizzò disegni
per le copertine di riviste, come “Vogue” e
“New Yorker”.
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Non lontano da
Chelsea, nel quartiere di SoHo, ha aperto il mese scorso il
Cima (Center for Italian Modern Art), centro culturale per
la promozione dell’arte italiana moderna e contemporanea,
con una personale dedicata proprio a Depero. Fino al 28
giugno saranno esposte oltre 50 opere dell’artista,
contestualmente alla grande rassegna “Italian Futurism,
1909–1944: Reconstructing the Universe” del Guggenheim
Museum a cui la fondatrice del Cima, Laura Mattioli (storica
dell’arte e figlia del noto collezionista Gianni Mattioli),
ha prestato altri undici pezzi dell'artista trentino.
L’idea di realizzare questo spazio, infatti, è proprio di
Laura Mattioli che racconta come il progetto rappresenti «un
passo importante per superare una serie di ostacoli
culturali, accademici e politici che per troppo tempo hanno
interferito con una conoscenza più ampia dell’arte italiana
moderna e contemporanea». Il suo obiettivo è far apprezzare
meglio l'arte italiana del XX secolo negli Stati Uniti. Ogni
anno il centro organizzerà installazioni, visitabili su
appuntamento, dando l'opportunità di esplorare in “intimità”
le opere esposte. Il Cima occupa un grande appartamento su
Broome Street, che consente al visitatore di contemplare le
opere in un ambiente raccolto, creando quell’atmosfera
“immersiva” con l’arte, tipica delle case dei collezionisti.
Il Cima non si occuperà solamente di esposizioni, ma anche
di convegni e incontri, in grado di proporre un dibattito
accademico sull’arte del Belpaese. Tra i numerosi capolavori
della collezione Mattioli, attualmente, sono esposte anche
due opere emblematiche dell’artista concettuale Fabio Mauri
(1926-2008): “Schermo” (1968), monocromo che appartiene alla
celebre serie iniziata negli anni Cinquanta e il video della
performance “Gran serata futurista 1909 – 1930”: un film di
quattro ore dello spettacolo presentato al Teatro Comunale
de L’Aquila nel 1980. Si tratta di una messa in scena di
tutte le sperimentazioni futuriste dalle origini all’epilogo
del movimento, interpretata dagli allievi e i docenti
dell’Accademia di Belle Arti con la partecipazione
straordinaria di straordinaria di Toti Scialoja, che recita
la parte di Aldo Palazzeschi e Maurizio Calvesi che
interpreta la Storia Critica.
Tra i prossimi appuntamenti, il 26 Marzo una conversazione
sul teatro delle marionette di Depero tenuta dal famoso
artista-performer e marionettista Dan Hurlin, attualmente in
residenza all’American Academy of Rome, insieme a Jessica
Palmieri, fondatrice del sito web ItalianFuturism.org, e
allo storico dell’arte Raffaele Bedarida, uno dei due
borsisti sostenuti dal Cima per studiare a New York. Offrire
opportunità a giovani studiosi, infatti, è nell’intento e
nei progetti futuri del centro. A seguire, il 9 Maggio una
giornata di studi su Fabio Mauri e a settembre una mostra
dedicata a Medardo Rosso (per maggiori informazioni:
www.italianmodernart.org).
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